Grotte S.Angelo di Monte Appennino - Università Agraria Bagnara

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Grotte S.Angelo di Monte Appennino

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GROTTE SANT'ANGELO DI MONTE APPENNINO

 
Nel periodo di dominazione Longobarda il Monte Pennino accolse i monaci di San Benedetto, nei secoli VI/VII, quando un gruppo di eremiti che voleva dedicarsi a Dio, fondò un monastero in onore di San Michele Arcangelo protettore dei longobardi .
E citato in un documento del 1174, in una bolla di Innocenzo IV del 1252 che conferma ai monaci camaldolesi di Santa Croce di Sassoferrato le loro possessioni: S.Angelo di monte Appennino con le sue dipendenze, S.Lucia di Aggi, S.Stefano di Sorifa, S.Felicissimo di Avegna, in un altro documento dove Matteo Bartolomei, priore di S. Angelo di Bagnara, figura quale testimonio presso il Vescovo Giovanni quando costui per ordine del Papa Nicolò IV il 27 Aprile 1289 notificò un Breve Pontificio nella residenza di Gualdo Tadino.
Altra citazione del 10 Maggio 1291 presa da un istrumento di transazione (cui è pervenuta copia autentica don Giuseppe Tega) tra il Vescovo di Nocera Giovanni dei conti di Antignano e i monaci di Santa Croce di Sassoferrato è nominata chiesa priorale di S.Angelo di Appennino o Bagnara infine nello statuto di Nocera del 1371 dove a pag. 64 è scritto: il Santuario era meta di pellegrinaggi infatti: gli officiali in oltre si recano per svolgere il servizio di vigilanza alla festa del Santuario di S.Angelo dell'Appennino sopra Bagnara in Settembre (per Santuario si intende una chiesa o un luogo sacro ai quali i fedeli, per motivo di devozione, si recano periodicamente in pellegrinaggio, con approvazione dell'ordinario del luogo.M. Sensi).
Era un Santuario d'altura posto ai margini dei pascoli dotato di acqua terapeutica (IL culto Di S. Michele Arcangelo nasce proprio dal fatto dovuto all'effetto medicamentoso delle acque) utilizzata, al pari della stilla garganica, sia per la terapia degli uomini specie contro febbri malariche-sia per la terapia degli animali.
Sin verso la metà del secolo XX, sono state condotte le greggi provenienti dalla bassa pianura, infestate dall'anofela malarica che le rendevano inadatte alla ruralità estiva, problema cui si ovviava, se prima di accedere ai pascoli d'altura, il gregge veniva abbeverato con acqua calcarea; tale quella che sgorga dalla grotta di S.Angelo di monte Appennino.
Fatto notevole è che a questo Santuario ricorse lo stesso San Francesco d'Assisi.
Il poverello d'Assisi, poco prima di morire, fu portato nell'estate del 1226 a San Angelo di Monte Appennino sopra Bagnara e qui vennero a prenderlo i cavalieri per riportarlo nella sua città (Mons. Mario Sensi).
Del romitorio di S. Angelo sappiamo in oltre che circa il 1200, secondo lo Iacobilli, vi avrebbe chiuso la sua vita eremitica, morendo in concetto di Santità, il Beato Angelo da Nocera.
Ecco quanto scrive lo Iacobilli :<< nel medesimo territorio di Nocera…..], nella valle a piè il Monte dellAppennino, che sino al presente si dice la Valle di S. Angelo non lungi dalla villa di Bagnara vi abitò fra gli altri il Beato Angelo da Nocera Eremita, il quale fece vita solitaria, e in aspra penitenza in una grotta di detta valle dove condusse vita più che humana; e ivi morì con singolar santità, e fama circa l'anno 1200 a 29 di Settembre. L'immagine di lui si vede in un'antica icona dell'Immacolata Concezione della Madre di Dio dipinta l'anno 1495 con l'iscrizione che dice B. Angelus De Nuceria, essa è una pittura su tavola, opera già attribuita alla scuola del Sanseverino ma dalla critica più recente, confermata anche da documenti, attribuita a Matteo da Gualdo (si conserva nella Pinacoteca di Nocera Umbra)>>.


Grotte S.Angelo


 
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